Celebrazioni istituzionali e religiose

Ultima modifica 17 gennaio 2020

  • Commemorazione Capitano Ferraris Medaglia D'Oro al Valor Militare (febbraio)
    Giuseppe Pio Ferraris nasce a Quargnento il 6 agosto 1905 da Giovanni Ferraris e Maria Lavezzaro. Secondogenito - dopo la sorella Rosa e prima della sorella Caterina - Giuseppe rimane molto presto orfano del padre e le condizioni della famiglia diventano per diversi anni dignitosamente precarie sotto la guida dell’indomita madre Maria. Raggiunta la minima età di lavoro, le sorelle si impiegano in Alessandria e Giuseppe intraprende gli studi di ragioneria all’istituto Da Vinci. Si diploma a pieni voti e trova impiego alla Banca Commerciale di Alessandria.
    Svolge anche attività politica a Quargnento fino a che si presenta volontario nel 1936 e nel 1941 per le operazioni militari connesse con la Seconda Guerra Mondiale.
    Trova la morte in operazioni belliche in Croazia e per questo viene decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare e insignito alla memoria della Laurea ad honorem in Economia e Commercio dell’Università di Genova.

    MOTIVAZIONE DELLA MEDAGLIA D’ORO
    TENENTE I.G.S.-259° REGG. FANTERIA “MURGE”
    “Comandante di caposaldo, attaccato in forza da masse ribelli superiori per numero e mezzi, investito da ogni lato durante due giorni di epica lotta ravvicinata, riusciva, organizzando ogni possibile mezzo di difesa, a contenere validamente l’impeto dell’attaccante, cui infliggeva forti perdite. Stretto da vicino, caduti gran parte dei suoi fanti e ferito anch’egli, continuava ad incitare i superstiti alla resistenza ad oltranza fino a che, esaurite tutte le munizioni veniva sopraffatto dalla schiacciante superiorità dell’avversario. Come era stato vicino ai suoi nei momenti dell’incerta durissima lotta, così volle essere fra loro nel momento del supremo sacrificio. Comandante perfetto e prode cadeva trucidato in mezzo ai suoi fanti. Luminoso esempio di elette virtù militari."
    Dreznica (Croazia) 15-16 febbraio 1943
  • 25 aprile
  • 2 giugno
  • 4 novembre
  • Allegrezze e Processione Mariana (metà Maggio)
    Il voto fatto dai nostri avi per la liberazione dal contagio dalla peste ha un fondamento storico tramandatoci con la deliberazione del Consiglio del 29 settembre 1630 “convocato e congregato – come dice l’antico rescritto – nella Chiesa delli Disciplinati et Confraternita della SS. Trinità al sono dilla campana et alla voce del Misso” tra i voti stabiliti da sciogliere “ogni anno in dato giorno et perpetuamente dalli SS. Sindaci che sono e saranno deputati al governo della Comunità di detta terra” c’era anche quello di offrire alla chiesa “lire sisanta tutte d’oro”.
    In quel periodo Quargnento era sotto la dominazione spagnola e le monete da offrirsi erano quelle che Filippo IV aveva fatto coniare durante il suo regno.
    Da quel 29 settembre 1630, la sera della prima domenica dopo Pasqua di ogni anno, inizia l’ottavario delle Allegrezze. Un tempo la funzione iniziava – al canto dell’Ave Maria Stella – con la processione dei membri della Confraternità all’interno della chiesa, seguita, nell’ordine, dalla recita del Rosario, del Canto solenne delle Litanie, dell’inno “O Gloriosa Virginium” e da alcune preghiere in latino lette ad alta voce dal Priore o dal Presidente dell’Associazione il quale, subito dopo, accompagnato da due membri che tenevano una candela accesa, si dirigeva verso l’altare per offrire al Celebrante la “mazza”, un grosso fascio di ceri culminante
    in un mazzo di fiori – che veniva posta davanti alla statua della Madonna.
    La funzione proseguiva con la benedizione eucaristica, il canto delle Allegrezze da parte di un chierichetto e, con l’inizio del Magnificat, si ricomponeva la processione dei membri della Confraternita per ripercorrere i tratti delle navate e tornare nella cappella di S.Dalmazio dove – come ultimo atto comunitario – venivano recitate le preghiere della sera. Dopo la riforma liturgica sono stati effettuati alcuni cambiamenti.
    La funzione ora s’inserisce nella celebrazione eucaristica, conservando però i momenti essenziali della processione, dell’offerta della mazza da parte delle Associazioni che hanno sostituito gli ormai scomparsi “gruppi”di un tempo (Compagnia della Trinità, di S.Michele, di S.Rocco, Figlie di Maria, Crociatine, Priore…) e che si susseguono con questo ordine:
    Domenica: Consiglio Comunale
    Lunedì: Terziarie Francescane e Maestre
    Martedì: Chierichetti
    Mercoledì: Gioventù femminile
    Giovedì: Donne
    Venerdì: Giovani
    Sabato: Uomini
    Domenica: Compagnia del Rosario

    Al termine della Messa, prima della benedizione del sacerdote ed il canto del Magnificat che chiude la funzione, un chierichetto canta solennemente le Allegrezze: un inno gioioso alla Madonna composto da Invocazioni intercalate dall’Ave Maria recitata dai fedeli.
    L’Ottavario delle Allegrezze è un momento dell’anno in cui la comunità si raccoglie intorno al simulacro della Madonna del Rosario per la fedeltà ad una memoria storica, nel segno di une devozione che continua ripetendosi e che, pur rinnovandosi, conserva intatti i contenuti e gli obiettivi dell’antica funzione: è un’occasione per considerare le virtù e i meriti di Maria. Il compito di elencarli, perché Lei si rallegri, è affidato alla limpida voce di un fanciullo. Naturalmente le “lire sisanta tutte d’oro” sono state sostituite da un’offerta fatta dall’Amm. C.le a conferma della tradizione.




    Allegrezze della Madonna
    I. Rallegratevi, o sposa dello Spirito Santo, / per quel contento che ora godete in Paradiso,/ perché per la vostra purità e verginità siete esaltata sopra tutti gli Angeli,/ e sublimata sopra tutti i Santi, Ave Maria…

    II. Rallegratevi o Madre di Dio,/ per quel piacere che sentite in Paradiso,/ perché siccome il sole quaggiù in terra illumina tutto il mondo,/ così Voi col vostro splendore adornate e fate risplendere tutto quanto il Paradiso, Ave Maria…

    III. Rallegratevi o Figlia di Dio,/ per quel contento che godete in Paradiso,/ perché tutte le gerarchie degli Angeli, Arcangeli, Troni, Dominazioni e tutti gli Spiriti beati vi onorano,/ vi riveriscono e vi riconoscono per madre del loro Creatore,/ e ad ogni minimo cenno vi sono ubbidientissimi. Ave maria…

    IV. Rallegratevi o Ancella della SS.Trinità,/ per quella allegrezza che provate in Paradiso,/ perché tutte le grazie che domandate al vostro Figlio vi sono subito concesse,/ anzi come dice S. Bernardo,/ non si concede grazia quaggiù in terra che non passi prima per le vostre santissime mani. Ave Maria…

    V. Rallegratevi o serenissima celeste Principessa,/perché Voi sola meritaste sedere alla destra del Vostro santissimo Figlio,/ il quale siede alla destra dell’Eterno Padre, Ave Maria…

    VI. Rallegratevi o Speranza dei peccatori e rifugio dei tribolati,/ per la tanta allegrezza che godete in paradiso,/perché tutti quelli che vi lodano e riveriscono in questo mondo, l’Eterno Padre li premierà colla sua santa
    grazia,/ e nell’altro coll’immensa sua gloria. Ave Maria …

    VII. Rallegratevi o Madre, Figlia e Sposa di Dio;/ perché tutte le grazie, tutti i gaudii allegrezze e favori che ora godete in Paradiso/ non si diminuiranno mai,/ anzi si aumenteranno sino al giorno del giudizio,/ e dureranno in eterno. Ave Maria…

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